mercoledì 29 marzo 2017

Consultazioni catastali e ipotecarie, i chiarimenti dell'Agenzia delle Entrate

Gtres 

 

 

Nella circolare n 3/E l'Agenzia delle Entrate ha fatto il punto sulle modalità di accesso ai servizi di consultazione delle banche dati ipotecaria e catastale. In particolare si chiarisce il concetto di "consultazioni personali" che godono di una specifica esenzione dai tributi speciali e dalle tasse ipotecarie normalmente dovuti.

Che cosa rientra nell’esenzione - Come previsto dal Dl 16/2012, usufruisce dell’agevolazione l’attuale titolare, anche per quota, del diritto di proprietà o di altro diritto reale di godimento sul bene cui è riferita l’ispezione. In particolare, la titolarità attuale viene individuata in presenza di trascrizioni “a favore” del richiedente relative agli atti con effetti di natura traslativa o dichiarativa (ad esempio compravendite, permute, donazioni, acquisti mortis causa), non seguite da formalità che abbiano comportato il trasferimento dell’immobile.

Per lo stesso principio, le consultazioni relative a iscrizione d’ipoteca e trascrizioni di sequestri, pignoramenti e domande giudiziali “a favore” del richiedente non sono esenti, in quanto si tratta di formalità eseguite su immobili di cui sono titolari altri soggetti. Sono gratuite, invece, le consultazioni relative a ipoteche iscritte “a carico” del richiedente (ad esempio, su immobili di cui è proprietario o usufruttuario). Oltre alle formalità di trascrizione e di iscrizione, riguardanti beni di cui risulta attuale titolare, il richiedente potrà visionare in esenzione da tributi anche gli atti che ne costituiscono il relativo titolo.

Comunione dei beni, niente tributi - Può essere richiesta gratuitamente anche la consultazione personale relativa a beni acquistati dal coniuge, purché si tratti di acquisti effettuati in regime di comunione dei beni. Lo stesso criterio vale anche per le parti delle unioni civili.

Consultazioni per via telematica o presso gli uffici - Le persone fisiche possono accedere al servizio di consultazione telematica direttamente mediante i servizi Fisconline/Entratel con le credenziali di autenticazione rilasciate dall’Agenzia delle Entrate e l’indicazione del codice PIN. Per i soggetti diversi dalle persone fisiche, registrati ai medesimi servizi, l’accesso avviene tramite i soggetti appositamente incaricati, abilitati dal proprio gestore. In alternativa è possibile rivolgersi agli Uffici Provinciali-Territorio presentando un documento di identità o di riconoscimento in corso di validità, al fine di consentire le necessarie verifiche sulla spettanza dell’esenzione

E' possibile avere un mutuo al 100 per cento del valore della casa?

Valerie Everett

Non troppo spesso si dice, ancor più raramente si fa. Non sono molti gli istituti di credito che concedono finanziamenti pari al 100% del valore di un immobile. L'estrema facilità con la quale, in epoca pre-crisi, negli Stati Uniti si elargiva un ammontare anche superiore a quello al quale erano stimate le case non ha mai davvero attecchito nelle condotte più prudenti delle banche nostrane.

Eppure è stato nell'ottobre 2014, quindi quando la fase più acuta della “tempesta perfetta” si era già abbattuta sul sistema finanziario che il mutuo 100% ha fatto la sua comparsa in Italia come prodotto specifico. Prima esisteva già con una sorta di “aggiramento” delle norme: la copertura integrale si otteneva, infatti, sovrastimando il valore dell'immobile che ne era oggetto.

La legge, in effetti, prevederebbe che il finanziamento erogato per l'acquisto di una prima casa non superi l'80% del valore del bene posto a garanzia. Per elevare tale percentuale occorre fornire garanzie aggiuntive, normalmente sotto forma di polizza fidejussoria. Vale a dire che ci deve essere un garante, che con la propria firma rafforzi la “solvibilità” del debitore.

Mutui al 100 per cento 2017

Una richiesta spesso avanzata da chi gestisce i dossier anche in caso ci siano in ballo percentuali inferiore nella concessione del mutuo, specialmente a fronte di redditi futuri non sicuri al 100% e non sufficientemente elevati. Ma, in questo caso, c'è un prerequisito che in altri casi non è richiesto: per l'accensione di tale tipo di mutuo è “consigliabile” essere dotati di doppio reddito familiare, preferibilmente derivante da contratto a tempo indeterminato. Per quanto, se di stipula successiva all'entrata in vigore del jobs act, anch'esso non dà proprio “sicurezza eterna”.

Comprare casa con le agevolazioni fiscali, le possibilità per risparmiare

Gtres 

 

La casa di proprietà spesso è un miraggio, ma prima di perdere le speranze chi desidera acquistare un immobile deve analizzare con attenzione le diverse agevolazioni fiscali, soprattutto se si tratta di una prima abitazione. E non solo. Vediamo le varie possibilità offerte dalla legge che consentono di comprare una casa con i benefici previsti dal Fisco.

Bonus prima casaL’acquisto della prima casa consente un’agevolazione fiscale piuttosto vantaggiosa. Comprando una prima casa, se si compra da un privato, si paga un imposta di registro pari al 2% (anziché al 9%) sul valore catastale; se si compra da un costruttore (ossia un’impresa con vendita soggetta a Iva), si paga un’Iva pari al 4% (anziché al 10% o al 22% per immobili di lusso). Per avere il bonus prima casa è necessario: che l’immobile non sia accatastato nelle categorie A/1, A/8 e A/9, ossia quelle relative ad immobili di lusso; che la casa oggetto di acquisto sia situata nel Comune in cui l’acquirente ha già la sua residenza (egli però ve la può spostare anche entro 18 mesi dalla data del rogito); che il contribuente non abbia la proprietà (esclusiva o in comunione con il coniuge) di altra casa di abitazione (in proprietà o in usufrutto) nel territorio del Comune in cui è situata la casa oggetto di acquisto; che il contribuente non sia proprietario (neanche per quote, anche in regime di comunione legale), di altra casa di abitazione (in proprietà, in usufrutto, in nuda proprietà), ovunque essa sia situata sul territorio nazionale ed acquistata con le agevolazioni prima casa. Tuttavia, se così dovesse essere (ossia il contribuente dovesse avere la titolarità di un’altra abitazione, acquistata con l’agevolazione prima casa) è possibile compiere comunque un nuovo acquisto con il bonus fiscale, purché la casa già posseduta venga ceduta (venduta o donata) entro un anno dalla data del nuovo acquisto agevolato.

Bonus ristrutturazioni – La legge di Bilancio 2017 ha confermato che i costi sostenuti per gli interventi di ristrutturazione sono detraibili al 50% dall’Irpef, in 10 quote annuali dello stesso importo, sino a un limite massimo di 96.000 euro.

Detrazione dell’Iva – Per le case con classe energetica A o B, per gli acquisti durante tutto il 2017 è possibile ottenere una detrazione Irpef del 50% dell’Iva pagata in relazione all’acquisto. La detrazione va divisa in dieci rate, a partire dall’anno del rogito. La detrazione si può sommare al bonus prima casa.

Acquisto casa all’asta giudiziariaChi acquista casa a un’asta giudiziaria può usufruire di un’agevolazione fiscale paragonabile al bonus prima casa: l’imposta di registro, normalmente pari al 9% del valore dell’immobile, si riduce a 200 euro fisse. La misura è consentita solo se l’acquisto dell'immobile all'asta avviene a titolo di prima casa e con l’impegno di non rivenderlo per almeno 5 anni.

Le agevolazioni per chi compra e affitta – Chi vuole acquistare una casa nuova o integralmente ristrutturata e affittarla a un canone non superiore a quello concordato per almeno otto anni ha diritto a una deduzione Irpef pari al 20% sul prezzo (o costo) fino a 300mila euro (utilizzabile anche per la costruzione). La casa deve essere in classe energetica A o B. La deduzione si recupera in otto anni e non si può cumulare con i bonus ristrutturazione.

Le agevolazioni per chi paga l’agenzia immobiliare – Chi acquista casa tramite agenzia immobiliare può ottenere una detrazione del 19% sulla provvigione da pagare all’agente. Il limite di spesa agevolabile è però di 1.000 euro, quindi la detrazione massima è di 190 euro.

Interessi sul mutuo – A chi paga un mutuo sull’acquisto della casa (deve trattarsi di abitazione principale) spetta una detrazione Irpef del 19% sugli interessi. La spesa massima detraibile è di 4.000 euro. Il bonus spetta a patto che l’alloggio sia adibito ad abitazione principale entro un anno dall’acquisto e che l’acquisto avvenga nell’anno precedente o seguente al mutuo.

Acquisto box auto o posti auto – Per chi costruisce autorimesse o posti auto pertinenziali c’è una detrazione pari al 50% su 96.000 euro fino al 31 dicembre 2017. Possono avere la detrazione anche gli acquirenti di box o posti auto pertinenziali già realizzati.

Le agevolazioni per chi ha poca liquidità – Chi ha poca liquidità può optare per il leasing immobiliare o il rent to buy. Il leasing immobiliare prevede che una banca o un’altra società acquisti la casa a cui il privato è interessato, offrendogliela poi in godimento, dietro pagamento di un fitto periodico, a un valore superiore a quello di mercato. Alla scadenza del contratto, l’utilizzatore può scegliere se acquistare definitivamente l’immobile, prorogare il leasing, oppure recedere dal contratto. Con il rent to buy un soggetto affitta una casa imputando parte del canone al prezzo del futuro acquisto. Dopo un massimo 10 anni può acquistare il bene, detraendo dal prezzo la parte dei canoni pagati “in conto prezzo”.

Le agevolazioni per l’acquisto di una casa ristrutturata – Chi acquista un appartamento in un edificio interamente ristrutturato e lo fa entro 18 mesi dalla fine dei lavori ha diritto a una detrazione sul 50% che si applica a forfait sul 25% del prezzo di acquisto su un importo massimo di 96mila euro fino al 31 dicembre (dal 2018 torna il 36% su 48mila euro).

martedì 21 marzo 2017

Le detrazioni fiscali per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria

Gtres Gtres

 

Il bonus edilizia prorogato per il 2017 dall'ultima legge di Stabilità prevede una detrazione fiscale del 50% anche per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Vediamo quali sono i lavori compresi nel bonus e quali le condizioni per ottenerlo.

Manutenzione ordinaria e bonus fiscale

Gli interventi di manutenzione ordinaria sono ammessi all’agevolazione solo quando riguardano le parti comuni. La detrazione spetta ad ogni condomino in base alla quota millesimale. Le parti comuni interessate sono quelle indicate dall’articolo 1117, numeri 1, 2 e 3 del Codice civile. 

Tra queste: il suolo su cui sorge l’edificio, le fondazioni, i muri maestri, i tetti e i lastrici solari, le scale, i portoni d’ingresso, i vestiboli, i portici, i cortili, tutte le parti dell’edificio necessarie all’uso comune, i locali per la portineria e per l’alloggio del portiere, gli ascensori, i pozzi, le cisterne, le fognature, eccetera.

Gli stessi interventi, eseguiti sulle proprietà private o sulle loro pertinenze (garage, cantine, soffitte), non danno diritto ad alcuna agevolazione.

Sono esempi di interventi di manutenzione ordinaria: le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici, quelle necessarie a integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti, la sostituzione di pavimenti, infissi e serramenti, la tinteggiatura di pareti, soffitti, infissi interni ed esterni, il rifacimento di intonaci interni, l’impermeabilizzazione di tetti e terrazze, la verniciatura delle porte dei garage.

Se queste opere fanno parte di un intervento più vasto, come la demolizione di tramezzature, la realizzazione di nuove mura divisorie e lo spostamento dei servizi, l’insieme delle stesse è comunque ammesso al beneficio delle detrazioni fiscali.

Manutenzione straordinaria detrazioni 2017

Sono considerati interventi di manutenzione straordinaria le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici e per realizzare ed integrare i servizi igienico/sanitari e tecnologici, sempre che non vadano a modificare la volumetria complessiva degli edifici e non comportino mutamenti delle destinazioni d’uso. Rientrano tra gli interventi di manutenzione straordinaria anche quelli consistenti nel frazionamento o accorpamento delle unità immobiliari con esecuzione di opere, anche se comportano la variazione delle superfici delle singole unità immobiliari nonché del carico urbanistico, a condizione che non sia modificata la volumetria complessiva degli edifici e si mantenga l’originaria destinazione d’uso.

Esempi di manutenzione straordinaria:

  • installazione di ascensori e scale di sicurezza
  • ​realizzazione e miglioramento dei servizi igienici
  • sostituzione di infissi esterni e serramenti o persiane con serrande e con modifica di materiale o tipologia di infisso
  • rifacimento di scale e rampe
  • interventi finalizzati al risparmio energetico
  • recinzione dell’area privata
  • costruzione di scale interne

domenica 19 marzo 2017

Se non compro posso chiedere indietro la provvigione dell’agente?

 

Se non compro posso chiedere indietro la provvigione dell’agente?

 

Se, dopo il compromesso, il venditore rinuncia alla stipula del rogito definitivo, l’acquirente può chiedere all’agente immobiliare la restituzione della parcella versata dato che il contratto non si è concluso?

L’agente immobiliare è un mediatore la cui attività si esplica nello scambio di beni immobili, compravendite o locazioni di abitazioni, di locali commerciali ed attività connesse. L’esercizio di questa attività è subordinato all’iscrizione al Ruolo degli Agenti di Affari in Mediazione, tenuto presso ciascuna Camera di Commercio e viene regolato dal codice civile e dalla legge n. 33/1989.

Con riferimento al caso che si occupa, l’agente immobiliare, iscritto nel Ruolo dei Mediatori, matura il diritto alla provvigione soltanto nel momento in cui l’affare è concluso per effetto del suo intervento [1] che corrisponde convenzionalmente al momento della firma del contratto preliminare di vendita (il cosiddetto compromesso) o dell’accettazione formale della proposta d’acquisto. Inoltre, occorre evidenziare che il mediatore ha diritto alla provvigione da ciascuna delle parti, se l’affare è concluso grazie al suo operato. L’ammontare della provvigione e la proporzione in cui questa deve gravare su ciascuna delle parti, in mancanza di patto, tariffe professionali o di usi, vengono stabilite dal giudice secondo equità [2].

Se, per ipotesi, il venditore rinunciasse alla stipula dell’atto definitivo, in seguito al compromesso, il lettore non potrebbe ottenere la restituzione di quanto versato all’agenzia immobiliare. Pertanto, al fine di tutelare la sua posizione, si suggerisce di impegnarsi a versare la provvigione all’agenzia immobiliare, mediante l’apposizione di una apposita clausola contrattuale, che indica come momento di perfezionamento dell’affare la data di compravendita del bene, effettuando il pagamento contestualmente al rogito notarile e non prima.

Articolo tratto da una consulenza dell’avv. Rossella Blaiotta 

note

[1] Art. art. 1748 cod. civ.

[2] Art. 1755 cod. civ.

Bonus per ristrutturazioni; chi ne ha diritto

 

La buona notizia è che con la approvazione della legge di bilancio per l’anno 2017, cui è stato dato l’OK ufficiale il 7 dicembre 2016, i bonus fiscali legati alla ristrutturazione edilizia sono stati prorogati per tutto l’anno in corso e nella misura massima prevista fino ad oggi, vale a dire una detrazione pari al 50% della spesa fino ad un importo massimo di 96 mila euro.

Non sempre, però, è chiaro quali siano i criteri per poter beneficiare di questi sgravi, ecco quindi che torna molto utile un vademecum dedicato creato dal sito Homerating.it. Sintetizziamo qui i punti principali (e spesso meno noti!).

In primis va detto che a poter beneficiare dello sgravio non è solo il proprietario dell’immobile oggetto di ristrutturazione, ma tutti i cosiddetti “soggetti passivi irpef ” che, a vario titolo possiedono o detengono quote dell’unità immobiliare; rientra in questa definizione, quindi, anche il nudo proprietario purché in possesso delle condizioni di legge previste.

Altro elemento molto importante da considerare è che lo sgravio non si applica ai soli costi relativi ai materiali, ma anche alla manodopera; attenzione quindi ad indicare in maniera precisa anche questa nella fattura da presentare per l’ottenimento del bonus.

Ultimo, ma n on meno importante, lo sgravio si applica anche a tutti gli interventi eseguiti per migliorare la qualità abitativa delle persone disabili; non solo per i casi in cui l’intervento sia finalizzato all’eliminazione di una barriera architettonica presente in casa, ma anche l’installazione di elementi di tecnologia o di robotica che siano finalizzati alla migliore qualità di vita casalinga del disabile.

Fondo Garanzia 2017, come funziona

I dati emersi dall’ultimo Rapporto Italia Eurispes 2017 (ve ne abbiamo parlato qui) confermano, tra le altre cose, che un italiano su due alle prese con la richiesta di un finanziamento, vuole comprare casa. Anche se ci troviamo in una congiuntura economica che vede la ricerca di un mutuo molto più semplice rispetto al passato, non è detto che ottenere un mutuo sia così semplice, soprattutto per i più giovani, che più di tutti pagano il peso di una vita di precarietà. Per loro, anche nel 2017, c’è il Fondo Garanzia Prima Casa, uno strumento destinato a famiglie e giovani coppie che non riescono a fornire alla banca sufficienti garanzie per ottenere un mutuo casa.

Il fondo, nato nel 2014 e già in grado di intercettare un alto volume di richieste, pari a circa 1600 al mese, è previsto dalla Legge di Stabilità, e si aggiunge agli altri bonus fiscali disposti dallo Stato per incentivare il mercato immobiliare italiano.

Il fondo, a cui si accede compilando una domanda ad hoc presso un istituto bancario tra quelli convenzionati (al momento sono 171), prevede che sia coperto dallo Stato il 50% della quota capitale per mutui di una prima casa (o anche mutui ristrutturazione), purché l’immobile non abbia un valore superiore a 250 mila euro. Non c’è vincolo di metratura, ma ovviamente l’immobile non può appartenere a categorie di lusso.

Possono richiedere l’accesso al Fondo tutti i cittadini che, senza limite di età o reddito, non siano proprietari di altri immobili ad uso abitativo; spettano tassi calmierati a giovani coppie, famiglie monogenitoriali e con figli minori, giovani con età inferiore a 35 anni con lavoro atipico e chi vive in alloggi di proprietà IACP.

Tra fisso e variabile, nel 2017 meglio un tasso misto

 

 

Gli ultimi numeri sul mercato immobiliare parlano di un buon momento e di un processo di guarigione in corso: sempre più italiani stanno tornando a cercare una casa da acquistare, spesso grazie al supporto di un mutuo. Prima di procedere con questo importantissimo passo è bene avere le idee chiare su quale tipo di finanziamento scegliere e la decisione riguarda, in primo luogo, la tipologia di tasso. In un post a firma di Floriana Liuni sul sito Mutui.it si affronta questo “dilemma” partendo dall’analisi dei tassi di interesse in Italia.

La prima cosa da puntualizzare è che il tasso fisso, dato dalla somma dello spread e dell’IRS del periodo, è in aumento anche se ancora a livelli bassi. L’IRS a 20 anni, rispetto ai minimi di luglio, è salito di 70 punti base, passando dallo 0,73 all’1,40: tradotto in cifre ciò implica un aumento di circa 40 euro sulla rata mensile di un mutuo a tasso fisso. Dato che i rendimenti stanno aumentando, è probabile che l’IRS prosegua con la sua risalita.

Analizzando l’andamento del tasso variabile, dato dalla somma dello spread e dell’Euribor va sottolineato come proprio l’Euribor è in territorio negativo dal 2015 e che, ancora, continua a scendere. Questa congiuntura, con ottime probabilità, rimarrà inalterata anche per tutto il 2017 e per l’inizio del 2018, soprattutto se, come ci si aspetta, il Quantitative Easing della Banca Centrale Europea verrà rinnovato.

Se negli ultimi anni il tasso fisso è stato quello migliore per chi accendesse un mutuo o optasse per una surroga, oggi potrebbe andare meglio a chi ha scelto i tassi variabili, decisamente più convenienti che in passato, ma soprattutto i cosiddetti tassi misti, vale a dire quei mutui che permettono di cambiare il tasso del finanziamento per tutta la durata del contratto, passando dal fisso al variabile a seconda del momento economico del Paese.

Il contratto dei mutui a tasso misto prevede la possibilità di rinegoziare il proprio tasso di interesse a seconda del periodo stabilito: ogni due, cinque oppure dieci anni si può decidere di cambiarlo in base a ciò che succede nel mercato. Va certamente detto che all’inizio questa scelta è più onerosa rispetto alle altre, per compensare l’ottima opportunità che comunque offre. Non sapendo però come si evolverà la situazione macroeconomica non solo dell’Italia, ma dell’intera Unione Europea, rimane il fatto che l’opzione tasso fisso rimanga una buona scelta.

Ance: il mattone italiano è di nuovo sicuro e redditizio

 

Dal Mipim di Cannes, l’evento che ogni anno fa incontrare tutti gli operatori e gli esperti del settore immobiliare, l’Ance ha presentato la sua visione positiva e fiduciosa in merito alle attuali condizioni del mattone italiano. L’Associazione Nazionale dei Costruttori ha riflettuto su come gli ultimi tre anni siano stati segnati da una crescita stabile delle compravendite: un arco di tempo così lungo non rivela solo fugaci “fiammate”, come ha detto il vicepresidente Filippo Delle Piane, ma indica una stabilità e una crescita costante.

L’incremento delle compravendite nel triennio è molto importante ed è arrivato a percentuali altissime in città come Milano, Torino e Firenze, che hanno segnato rispettivamente un +45%, +44% e +43%. Roma e Genova hanno segnato, ad esempio, un +27%.

Questi numeri indicano che l’immobiliare italiano è tornato ad essere attraente come investimento sicuro, redditizio e stabile. La sfida, secondo i costruttori, è quella di valorizzare ancora di più il nuovo, meno semplice da vendere rispetto all’usato, ma che si rivela più sicuro ed efficiente. Certo è che il mercato è orientato verso la riqualificazione dell’esistente e lo dimostrano importanti progetti di recupero e restauro di edifici storici nelle grandi città da parte di investitori internazionali e nazionali, che poi li utilizzano come abitazioni o sedi di attività terziarie. L’Ance, in collaborazione con ICE, l’Agenzia per la Promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, si sta ponendo come intermediario fra gli investitori e i costruttori italiani, perché domanda e offerta possano incontrarsi in modo più semplice e fruttuoso.

Donazione della casa ai figli: quali sono le tasse?

 

  • Nell’ambito di tasse sulla casa, ecco un focus sulla tassazione delle donazioni della casa ai figli
  • Se i genitori scelgono la strada della donazione della casa ai figli ecco a quali tasse vanno incontro

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In caso di donazione della casa ai figli, le tasse da pagare sono escluse o agevolate. Questo perchè la donazione prevede il trasferimento della proprietà ai propri figli.

Le tasse quindi sono praticamente nulle, a meno che non si superi la soglia di 1 milione di euro di valore dell’immobile.  Nel caso in cui il valore dell’immobile superi il milione di euro, le tasse si pagheranno sul sul valore eccedente la franchigia (1 milione di euro) nella misura del 4%

Detto che la tassa di successione si applica raramente, è necessario sapere che in caso di donazione della casa ai figli, vanno corrisposte le imposte ipotecarie e catastali.

Sulle donazioni di un bene immobile o di un diritto reale immobiliare sono dovute quindi:

  • l’imposta ipotecaria, nella misura del 2% del valore dell’immobile
  • l’imposta catastale, nella misura dell’1% del valore dell’immobile

Per le donazioni di “prima casa” valgono le stesse agevolazioni concesse per le successioni. In sostanza, invece che applicare le citate percentuali sul valore dell’immobile, il beneficiario pagherà le imposte ipotecaria e catastale nella misura fissa di 200 euro ciascuna.

L’agevolazione “prima casa” fruita per l’acquisto di immobili a titolo di donazione non preclude la possibilità di chiedere nuovamente il regime di esenzione in caso di successivo, eventuale acquisto a titolo oneroso di altro immobile (soggetto ad imposta di registro).

Al contrario, l’agevolazione prima casa fruita per l’acquisto di immobili per donazione preclude ulteriori acquisti agevolati a titolo gratuito, salvo che tali acquisti abbiano per oggetto quote dello stesso immobile.

Attenzione

Le agevolazioni fiscali Prima Casa vengono concesse se chi eredita l’immobile

  • non è titolare, esclusivo o in comunione col coniuge, di diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione di altra casa di abitazione nel territorio del Comune dove si trova l’immobile ereditato
  • non è titolare, neppure per quote o in comunione legale, su tutto il territorio nazionale, di diritti di proprietà, uso, usufrutto, abitazione o nuda proprietà, su altra casa di abitazione acquistata, anche dal coniuge, usufruendo delle agevolazioni per l’acquisto della prima casa.

Questi due requisiti devono sussistere entrambi. Inoltre, l’immobile deve trovarsi nel Comune in cui l’erede ha la propria residenza o in cui intende stabilirla entro diciotto mesi

Tasse per la donazione con riserva di usufrutto vitalizio

Nel caso in cui invece la donazione della casa ai figli preveda la riserva di usufrutto vitalizio, per poter stabilire il valore dell’immobile è necessario considerare l’età di chi dona, il valore catastale della casa  e  un valore rappresentativo dell’aspettativa di vita dell’usufruttuario.

Sul totalem verranno poi applicate aliquote e tasse come nella donazione senza riserva di usufrutto vitalizio

Calcolo adeguamento Istat degli affitti: indice febbraio 2017

 

Gtres 

L'indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) viene utilizzato per la rivalutazione del canone d'affitto. L'istituto di statistica ha appena pubblicato i parametri di riferimento per febbraio 2017.

La maggior parte dei contratti prevede un adeguamento annuale dei canoni di locazione, ma ci sono anche dei casi in cui l'aggiornamento è mensile. Alcuni accordi prevono inoltre che il calcolo si applichi al 75%, mentre altri al 100%.

L'ultima rivelazione dell'indice dei prezzi al consumo dell'istat è la seguente:

Indice generale FOI*          101,0                                                
Variazione % rispetto al mese precedente    +0,4                 
Variazione % rispetto allo stesso mese dell’anno precedente +1,5
Variazione % rispetto allo stesso mese di due anni precedenti  +1,3 

Mutui, Abi: “A febbraio sale il tasso di interesse, il fisso scelto da quasi l'80% dei richiedenti”

 

 

Cresce a febbraio il tasso sui mutui. Secondo quanto reso noto dall’Abi Monthly Outlook di marzo 2017, il mese scorso il tasso medio sulle nuove operazioni per l'acquisto di abitazioni si è attestato al 2,13%, era pari al 2,08% a gennaio 2017 e al 2,02% a dicembre 2016, minimo storico.

In particolare, l’Abi ha fatto sapere: “Il tasso sui prestiti in euro alle famiglie per l’acquisto di abitazioni - che sintetizza l’andamento dei tassi fissi e variabili ed è influenzato anche dalla variazione della composizione fra le erogazioni in base alla tipologia di mutuo – è risultato pari al 2,13% (2,08% il mese precedente, 2,02% a dicembre 2016, minimo storico e 5,72% a fine 2007)”.

E ancora: “Nell’ultimo mese la quota del flusso di finanziamenti a tasso fisso è risultata pari al 78,9% (77,9% il mese precedente; era 74,7% a dicembre 2016)”. 

Per quanto riguarda l’andamento del mercato dei mutui, il bollettino mensile ha evidenziato: “A gennaio 2017, l’ammontare complessivo dei mutui in essere delle famiglie ha registrato un variazione positiva del +1,9% nei confronti di fine gennaio 2016 (quando già si manifestavano segnali di miglioramento), confermando, anche sulla base dei dati sui finanziamenti  in essere, la ripresa del mercato dei mutui, colta inizialmente con l’impennata dei nuovi mutui”. 

Statistiche

I tassi sui mutui ai minimi storici (grafico)

I tassi di interesse sui mutui per le case sono arrivati ai minimi storici. Il tasso medio dei prestiti concessi dalle banche, che considera sia quelli alle famiglie, che quelli alle imprese, è stato del 3,74%. Non si era mai raggiunto un tasso d'interesse così basso. I dati sono contenuti nel rapporto mensile dell'abi, l'associazione banche italiane

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Mutui, come scegliere il finanziamento prima dell’acquisto di una casa

Quando arriva il momento di acquistare una casa, molti sono coloro che ricorrono al mutuo ipotecario. Di solito questo tipo di finanziamento copre non più dell’80% del prezzo. Vediamo i fattori a cui prestare attenzione per scegliere la soluzione migliore

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Mutui, quanto risparmi se richiedi una percentuale più bassa del valore dell'immobile?

Nonostante questo sia un periodo particolarmente vantaggioso per chi vuol richiedere un mutuo, il tasso applicato dalla banca varia considerevolmente a seconda della percentuale di finanziamento richiesto dall'aspirante mutuatario. Ad essere decisivo è il cosiddetto loan to value, il cui oscillare può garantire risparmi notevoli al consumatore.

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Mutui: risparmi fino al 20% per chi rottama il vecchio mutuo

Secondo gli ultimi dati, le erogazioni sarebbero in netto aumento nei primi dieci mesi del 2015. Ma a registrare un vero e proprio boom sono le surroghe, che si attestano al 66,6% del totale dei mutui concessi dalle banche. Fra i vantaggi, oltre alla possibilità di ottenere condizioni migliori, come la possibilità di passare da un tasso fisso a uno variabile o viceversa, vi è la possibilità di rinegoziare lo spread ed è su questo punto, con l’Euribor sotto zero ed Irs ai minimi, che gli utenti hanno la reale possibilità di ottenere un notevole risparmio optando per la rottamazione del vecchio mutuo.

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Mutui, surroghe al 66,6% nei primi 10 mesi del 2015

Sul fronte dei finanziamenti i dati più recenti parlano di erogazioni in aumento, ma a registrare un vero e proprio boom sono le surroghe. Nei primi dieci mesi del 2015 i mutui surroga si attestano al 66,6% delle erogazioni totali, seguiti con il 27,4% dai mutui per acquisto della prima casa, in calo rispetto allo stesso periodo del 2014. A renderlo noto l’Osservatorio sul mercato dei mutui di MutuiOnline.it

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sabato 18 marzo 2017

Vendere casa al prezzo giusto, tutti i fattori da prendere in considerazione

 

Tanti sono i fattori che si devono prendere in considerazione quando si decide di mettere in vendita la propria casa. In particolar modo, in un momento in cui il mercato non attraversa uno dei suoi periodi più floridi. Le compravendite sono in aumento, ma i prezzi rimangono contenuti. E proprio su questo fronte, è doveroso domandarsi: in che modo è possibile dare il giusto valore al proprio immobile e quindi assicurarsi la riuscita dell’operazione in tempi relativamente brevi, così da non dover fronteggiare ulteriori costi?

Dare il giusto prezzo alla propria casa in vendita è tutt’altro che semplice. Le variabili che entrano in gioco sono molteplici e non sempre si riesce ad essere così distaccati da riuscire a fare un’analisi oggetiva e obiettiva. Vediamo, dunque, come poter dare il valore adeguato al proprio immobile ed evitare di andare incontro a inutili sprechi.

Il servizio dell’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate offre le quotazioni immobiliari, che individuano un intervallo minimo/massimo, per unità di superficie in euro al metro quadrato, dei valori di mercato e locazione, per tipologia immobiliare e stato di conservazione. Il servizio di navigazione territoriale Geopoi dell’Agenzia delle Entrate permette di verificare le quotazioni medie degli immobili per ogni comune e città d’Italia e di conseguenza determinare il valore a metro quadrato di un fabbricato in qualsiasi località italiana.

In generale, per stabilire il prezzo base di un immobile si moltiplica la superficie commerciale in metri quadrati dell’immobile in questione per il valore al metro quadrato di zona per immobili della tipologia e della misura presa in considerazione. La superficie commerciale è data dalla superficie totale dell’unità immobiliare comprensiva di tutti i muri interni, dei muri perimetrali, degli eventuali balconi e terrazze/giardini.

Una volta fatta una media aritmetica del valore minimo e massimo al metro quadrato e moltiplicando il risultato per la superficie commerciale si può avere il prezzo base. Ma quest’ultimo non è sufficiente.

Le variabili in gioco

Fare una stima oggettiva del proprio immobile è compito arduo. Per tale ragione, è bene richiedere la consulenza di un professionista, in grado di valutare in modo obiettivo e consapevole il reale valore dell’immobile.

Sono tanti gli aspetti da valutare e prendere in considerazione nel momento in cui si deve dare il giusto prezzo alla propria casa. E' opportuno, innanzitutto, effettuare un'analisi del mercato di zona e degli immobili con caratteristiche simili.

E' poi necessario prestare attenzione a:

  • ubicazione: zona, quartiere, posizione, servizi circostanti, aree verdi...
  • caratteristiche principali dell’immobile: piano, grandezza, disposizione interna, luminosità, esposizione, vista, tipo di riscaldamento...
  • stato dell’immobile: necessità di ristrutturazione o meno, rifiniture interne...
  • caratteristiche dello stabile: atrio, giardino, posti auto/garage, presenza di ascensore o meno...

Con un mercato fluttuante è di estrema importanza mettere sul mercato la propria casa al prezzo più giusto, riuscendo così a vendere in tempi brevi. In caso contrario, il rischio è quello di veder fermo per mesi il proprio immobile, dovendo affrontare nel frattempo le varie spese e trovandosi poi costretti a dover tagliare il prezzo, in un momento in cui magari i valori si sono ulteriormente ridotti.

E' bene ricordarsi che un’operazione di compravendita non prevede solo valutazioni oggettive. Ci sono infatti anche elementi soggettivi da non trascurare e che possono influenzare la transazione. Si prenda, ad esempio, il caso di un proprietario di un immobile che ha urgenza di vendere: sarà disposto a stabilire e ad accettare un prezzo più contenuto per guadagnare in velocità, riuscendo a concludere la compravendita in tempi brevi. Il contrario farà un proprietario che non ha urgenza di vendere.

Il prezzo giusto di una casa, dunque, si ottiene con la valutazione e combinazione di molteplici fattori, oggettivi e soggettivi, tutti di estrema importanza.

Case, a febbraio continua la discesa dei valori (scopri il prezzo nella tua città)

 

L’indice dei prezzi delle abitazioni di seconda mano di idealista segna una lieve flessione dello 0,3% a febbraio su gennaio. In termini annuali il calo è pari a 5,1 punti percentuali, per un valore medio che si attesta a 1.888 euro/m2.

Regioni
I prezzi sono aumentati in 6 delle 20 regioni italiane. L’incremento maggiore spetta al Trentino Alto Adige (1,5%) seguito da Friuli Venezia Giulia e Marche con un rimbalzo dello 0,9%. Al contrario, è la Valle d’Aosta (-6,3%) a sperimentare il calo maggiore questo mese. La seguono in graguatoria, Liguria (-3,6%) e Campania (-1,2%). Calo superiore all’un per cento anche per la Sardegna (-1,1%).   

A livello di valori nominali è sempre la Liguria la regione piu cara con una media di 2.647 euro al metro quadro per abitazione, seguita da Lazio (2.538 euro/m2) e Trentino Alto Adige (2.423 euro/m2).
Dal lato opposto della tavola la Calabria è la più economica con 918 euro/m2, davanti a Molise (1. 069 euro/m2) e Basilicata (1.163 euro/m2). 

Province
Sono 40 le province in segno positivo a febbraio. Vicenza (3,5%), Belluno (3,3%) e Crotone (3,3%) sono le macroaree con i tassi d’incremento maggiori. Tra le province in segno negativo – sono 70 questo mese quelle rilevate nel rapporto* -  le variazioni negative più marcate riguardano Savona (-6,4%), Aosta (-6,3%) e Vibo Valentia (-6,3%).

Savona (3.343 euro/m2) rimane in cima al ranking dei prezzi nonostate il forte ribasso mensile, davanti a Bolzano (3.122euro/m2) e Roma (2.773 euro/m2). Dal lato opposto della graduatoria troviamo 16 aree dove i valori non superano i mille euro al metro quadro, da Frosinone (996 euro/m2) a Biella (6665 euro/m2), che chiude la graduatoria dei prezzi provinciali davanti a Caltanissetta (811 euro/m2) ed Enna (846 euro/m2).

Grandi città e capoluoghi
Nel corso del mese di febbraio i capoluoghi con i prezzi in rialzo sono 31, anche se solo la metà dei centri in questione hanno segnato incrementi superiori all’1%: Rovigo (3,1%), Latina (3,1%) e Sondrio (3%) guidano la graduatoria dei rialzi; tra i grandi centri segnali di recupero anche a Napoli (0,8%), Roma (0,7%), Firenze (0,3%) e Bari (0,3%); Bologna è stabile a 2.570 euro al metro quadro.

A febbraio gli andamenti tendenziali dei capoluoghi registrano variazioni prevalentemente negative in 72 città, con i cali maggiori a Barletta (-7,4%), Fermo (-6%), Cuneo (5%) e Vibo Valentia (5%). I grandi centri in flessione sono Palermo (-0,8%), Milano (-1,1%), Torino (-1,1%) e Genova (-2,6%).

Nella graduatoria dei prezzi Venezia (4.413 euro/m²) è la città più cara davanti a a Firenze (3.458 euro/m²) che supera Milano (3.411 euro/m²). Ultima, nella graduatoria stilata dal portale idealista, è Biella con 701 euro al metro quadro davanti. 

L’indice dei prezzi degli immobili di idealista
Il portale immobiliare idealista è attualmente una delle pagine web più utilizzate in Italia da privati 

e professionisti immobiliari per la vendita, l’acquisto e l’affitto di immobili. Con una base dati di circa 1 milione di immobili l’ufficio studi idealista realizza analisi e studi relative al prezzo delle abitazioni nel nostro Paese dal 2007.

Per la realizzazione di quest’indice sono stati analizzati i dati di 388.020 annunci immobiliari pubblicati su idealista nel mese di febbraio del 2017; questi immobili hanno superato il controllo di qualità basato su informazioni come prezzo, dimensione, distribuzione e non duplicazione.

Per permettere una sufficiente standardizzazione dei risultati sono analizzati soltanto i comuni che hanno mantenuto una media costante di 50 o più annunci di case di seconda mano in vendita, nel corso del periodo di studio. I comuni che non hanno raggiunto questa media sono stati esclusi dal campione di analisi, al pari di quelli che hanno registrato una variazione di più del 30% del numero di annunci nel periodo dato.

domenica 12 marzo 2017

Come liberarsi di un mutuo cointestato dopo una separazione?

 

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Quando una coppia stipula un mutuo fondiario cointestato per l’acquisto della casa e poi si separa consensualmente, può sottrarsi al contratto. Vediamo in che modo.

Nel caso in cui una coppia si separi consensualmente e uno dei due non voglia più continuare a sostenere i costi provenienti dal mutuo può recedere dal contratto stipulato.

Uno dei due coniugi può continuare a pagare la propria parte di rata oppure pagarla per intero, ma tutto deve essere comunicato nel momento in cui viene elaborato il documento consensuale di separazione.

Qualora il marito corrisponda per intero la rata di mutuo dell’abitazione in cui però vive l'ex moglie, l’assegno coniugale varierà in termini economici, come stabilito dalla giurisprudenza di legittimità.

Il giudice potrebbe poi decidere di far sostenere al coniuge il pagamento delle rate residue del mutuo per l’acquisto di una casa nella quale vivere come forma di mantenimento per i figli, in questo modo l’ex coniuge però non esce dal contratto di mutuo, ma riceve soltanto un abbassamento dell’assegno di mantenimento.

La banca, inoltre, può decidere di agire legalmente nei confronti della moglie assegnataria qualora il marito si rifiuti di pagare le rate del mutuo cointestato.

Ecco allora che cosa fare.

La vendita dell’immobile

Tra le soluzioni possibili c’è la vendita dell’immobile, in questo modo si chiude definitivamente il mutuo e si cancella l’ipoteca. Questo tipo di soluzione però è preferibile quando non ci sono figli a carico o quando vi è una seconda abitazione nella quale, qualora ci siano figli, essi possano risiedere.

L’accollo del mutuo

C’è poi l’opzione che prevede l’accollo del mutuo, che avviene quando uno dei coniugi acquisisce anche l’altra parte del mutuo divenendo così intestatario dell’intera abitazione. In questo caso è necessario l’accordo dei due mutuatari e l’accordo della Banca. E’ previsto inoltre un ridimensionamento dell’assegno di mantenimento.

L’estinzione anticipata

Un’altra soluzione è l’estinzione anticipata, in tal caso bisogna pagare una penale alla Banca per poter recedere dal contratto.

Il rimborso al coniuge

C’è poi il rimborso al coniuge che uscirà dal contratto di mutuo cointestato. In questo caso, in accordo con l’Istituto erogatore del finanziamento, la persona che esce dal contratto potrà riavere la metà delle rate corrisposte. Nel caso non ci sia la liquidità, si può corrispondere il rimborso mediante un altro bene.

Vuoi riqualificare la tua casa? Inizia scoprendo il suo consumo energetico

 

Anche quest'anno chi vuol riqualificare energeticamente la propria casa potrà usufrire delle detrazioni fiscali del 65%. Un'occasione imperdibile per ridurre il consumo elettrico di un immobile e risparmiare sulla bolletta della luce. Ma il primo passo per riqualificare la propria abitazione è sicuramente la verifica del suo reale consumo, attraverso l'individuazione della classe energetica di appartenenza.

L'ultima legge di bilancio ha confermato la proroga delle detrazioni fiscali del 65% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2017. Per gli interventi di riqualificazione energetica realizzati nelle parti comuni degli edifici condominiali è previsto un incremento dell’aliquota di detrazione al 70%.

La riqualificazione energetica di qualsiasi immobile inizia dalla scoperta del suo reale consumo energetico. Lo strumento che si occupa di misurare la temperatura energetica di una casa è il cosiddetto attestato di prestazione energetica, la cui normativa è stata sottoposta negli ultimi due anni a un restyling totale.

E' importante tener presente che l'attestato - che indica la classe energetica di un immobile, dalla A4 (la migliore) alla G (la peggiore) - deve essere obbligatoriamente allegato ai contratti di locazione e vendita di una casa, cosi come ai rispettivi annunci immobiliari. Vi ricordiamo tutto ciò che c'è da sapere sulla certificazione energetica di un'abitazione.

L'attenzione delle banche è rivolta più alla qualità dell'immobile a garanzia del mutuo che alla sostenibilità del debitore"

 

https://www.youtube.com/watch?v=66WKyGjjU-o&feature=player_embedded

Il 2016 è stato un anno nettamente positivo per il mercato del credito con tassi ai minimi ed erogazioni che sono cresciute del 20%. Ma esistono ancora rischi per il settore legati alla necessità di una corretta valutazione degli immobili a garanzia dei prestiti e dai tempi ancora troppo lunghi per il recupero dei crediti, che ha portato le banche a porre attenzione non tanto alla sostenibilità del debitore, quanto alla qualità dell'immobile posto a garanzia del mutuo. A dirlo Stefano Magnolfi direttore di Crif Res, la linea del gruppo Crif specializzata nell'erogazione di servizi in ambito immobiliare.

Nel corso del suo intervento durante la prima edizione di Immonext, Stefano Magnolfi ha sottolineato come i segnali positivi che provengono dal mercato dei mutui sono accompagnati da una maggiore attenzione delle banche nella valutazione della sostenibilità del credito. "L'attenzione delle banche verso il debitore sarà mantenuta alta perché la strada da percorrere è quella della qualità del credito e della garanzia sottostante". "Un problema comune agli istituti di credito, italiani ed europei, è la corretta valutazione degli immobili a garanzia del credito. Non a caso il legislatore comunitario ha posto speciale attenzione al tema, dedicandogli un capitolo a parte nella nuova direttiva sui mutui".

Un altro fattore di rischio per il settore riguarda i tempi del recupero crediti. "In questo campo qualcosa si sta muovendo, con l'introduzione di formule extragiudiziali - si pensi al patto marciano - per il recupero dei crediti, allo scopo di trovare un accordo senza dover arrivare all'asta giudiziaria".

Confedilizia: "Altro che ripresa, il settore immobiliare è ancora in piena crisi"

 

Il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa Il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa

Nonostante l'Agenzia delle Entrate sottolinei il buon andamento del mercato immobiliare, secondo Confedilizia sono proprio i dati diffusi a certificare la persistente crisi del settore. “Nel 2016, il numero delle compravendite è stato inferiore di circa il 25 per cento (– 24,92%) rispetto al 2008,  e Italia è l’unico Paese europeo, a parte Cipro, in cui i prezzi sono scesi nel 2016"

Secondo la nota diffusa dalla confedarazione italiana sulla proprietà edilizia: "I dati dell’Agenzia delle entrate dimostrano che il mercato immobiliare italiano è ancora in crisi. Nel 2016, il numero delle compravendite è stato inferiore di circa il 25 per cento (– 24,92%) rispetto al 2008, ultimo anno prima della crisi economica mondiale, e di circa il 14 per cento (– 13,64%) rispetto al 2011 (con una punta del – 31% per il terziario), ultimo anno prima dell’inizio della ipertassazione patrimoniale Imu-Tasi".

"Se poi si guarda ai valori, il quadro si aggrava ulteriormente. Le stime più attendibili registrano un calo medio del 30 per cento solo a partire dal 2012, per non parlare dei milioni di immobili con valori azzerati per totale incommerciabilità. Ed Eurostat ha appena certificato che l’Italia è l’unico Paese europeo, a parte Cipro, in cui i prezzi sono scesi nel 2016"

"Altro che ripresa, il settore immobiliare è ancora in piena sofferenza e il motivo sta nel fatto che è stato colpito da due crisi: quella internazionale del 2008/2009 e quella, tutta italiana, causata dalla triplicazione della tassazione iniziata nel 2012. Per porre rimedio a tutto ciò, la soluzione è semplice: basta fare il contrario di quello che è stato fatto finora

Bonus ristrutturazioni: aggiornata la guida dalle Entrate

 

L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la guida con tutti gli aggiornamenti sulle ristrutturazioni edilizie. Ecco gli aggiornamenti sul bonus ristrutturazioni, mobili e elettrodomestici e interventidi adozioni di misure antisismichebonus ristrutturazioni

L aguida  illustra regole e modalità da seguire per poter accedere al bonus ristrutturazioni edilizie e tiene conto delle novità sul tema contenute nella Legge di bilancio 2017. Trovano spazio nella guida anche le indicazioni fornite dall’Agenzia nei documenti di prassi sugli adempimenti necessari per richiedere l’agevolazione.

Tra le principali novità segnalate: la proroga per tutto l’anno 2017 del bonus mobili e del bonus ristrutturazioni edilizie, nuove istruzioni e tempi più ampi per effettuare gli interventi di adozione di misure antisismiche.

Gli aggiornamenti più recenti presenti nella guida sono

  • proroga della maggiore detrazione (Irpef) per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio
  • le nuove regole per la detrazione (Irpef e Ires) delle spese sostenute per l’adozione di misure antisismiche
  • beneficiari del diritto alle detrazioni
  • agevolazioni sull’acquisto del box auto
  • pagamenti con bonifici
  • proroga della detrazione per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici

Detrazioni ristrutturazione edilizia

L’agevolazione fiscale sugli interventi di ristrutturazione edilizia consiste in una detrazione dall’Irpef del 36% delle spese sostenute, fino a un ammontare complessivo delle stesse non superiore a 48.000 euro per unità immobiliare.

Tuttavia, per le spese effettuate dal 26 giugno 2012 al 30 giugno 2013, il decreto legge n. 83/2012 ha elevato al 50% la misura della detrazione e a 96.000 euro l’importo massimo di spesa ammessa al beneficio.

Questi maggiori benefici sono poi stati prorogati più volte da provvedimenti successivi.

Da ultimo, la legge di bilancio 2017 (legge n. 232 dell’11 dicembre 2016) ha prorogato al 31 dicembre 2017 la possibilità di usufruire della maggiore detrazione Irpef (50%), confermando il limite massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare.

Dal 1° gennaio 2018 la detrazione tornerà alla misura ordinaria del 36% e con il limite di 48.000 euro per unità immobiliare.


Bonus mobili e elettrodomestici

La legge di bilancio 2017 ha inoltre prorogato la detrazione del 50% per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A per i forni), finalizzati all’arredo di immobili oggetto di ristrutturazione.

Per questi acquisti sono detraibili le spese documentate e sostenute dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2017. Dal 2017, tuttavia, la detrazione è consentita solo se l’intervento di ristrutturazione edilizia è iniziato in data non anteriore al 1° gennaio 2016.

# Leggi tutta la guida Bonus mobili e elettrodomestici

Interventi edilizi di adozione di misure antisismiche

Infine, riguardo alle spese sostenute per interventi di adozione di misure antisismiche, la legge di bilancio 2017 ha previsto, oltre alla proroga delle detrazioni fino al 31 dicembre 2021, nuove e più specifiche regole per poterne usufruire, differenziandole a seconda del risultato ottenuto con l’esecuzione dei lavori, della zona in cui si trova l’immobile e della tipologia di edificio.

A differenza della precedente normativa, per esempio, dal 2017 l’agevolazione riguarda non soltanto gli edifici che si trovano nelle zone sismiche ad alta pericolosità (zone 1 e 2) ma anche quelli situati nelle zone a minor rischio (zona sismica 3).

Inoltre, la detrazione può essere ripartita in 5 quote annuali e riguarda tutti gli immobili abitativi e non soltanto quelli adibiti ad abitazione principale o ad attività produttive.

Detrazioni più elevate, infine, sono state introdotte qualora dalla realizzazione degli interventi derivi una riduzione del rischio sismico che determini il passaggio ad una classe di rischio inferiore o quando gli interventi sono realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali.